Appennino:Uomini e lupi – Gli uomini attaccano il lupo

Fonte: http://parma.repubblica.it/dettaglio-news/19:22/4005472  del 18 luglio 2011

Emilia Romagna: Filippi (Pdl), Regione riduca presenza dei lupi in collina
Sapere come la Regione Emilia Romagna intenda gestire “l’allarme lupo”, ma anche se abbia previsto “incentivi e in che misura, per pastori, agricoltori e allevatori, relativamente i danni causati dall’animale”. E’ quanto chiede il consigliere regionale del Pdl Fabio Filippi che, in un’interrogazione alla giunta, sollecita “misure di tutela per l’uomo” e monitoraggi della situazione, ma domanda anche “se siano in programma interventi per ridurre la presenza del lupo nelle aree collinari della regione”. Sollecitando un censimento degli esemplari da effettuare in collaborazione con l’ente Parco dell’Appennino Tosco-Emiliano, Filippi spiega che il lupo “a seguito d’interventi di ripopolamento, e’ ricomparso sull’Appennino, dopo un periodo nel quale la specie era scomparsa in molte aree del Paese”. 
(18 luglio 2011 ore 19.34)
 

Allarme lupo nell’appennino reggiano
http://www.conipiediperterra.com/allarme-lupo-nell%E2%80%99appennino-reggiano-0718.html

Il lupo è tornato nel nostro Appennino, sta invadendo vaste aree della provincia, non è più circoscritti nelle aree boschive e inabitate dell’alta montagna, scendono sempre più a valle, fino alla collina. Un animale che occupa vaste superfici, si segnalano avvistamenti in buona parte della nostra provincia (Casina, Leguigno, Paullo, Gombio, Vedriano, San Giovanni di Querciola, Baiso e persino a Montecavolo). Negli ultimi mesi i lupi hanno assaltato diversi allevamenti di ovini e di altri animali da allevamento. Numerose sono le denunce (l’allevamento Maioli di Frascaro, frazione di Castelnovo ne’ Monti, ha perso 59 dei 60 ovini di razza presenti nella sua azienda).
Il lupo si sta sovrappopolando, ed inevitabilmente si produce un’instabilità dell’ecosistema, diverse specie sono a rischio.
Inoltre, diversi cittadini, amanti della natura, hanno rinunciato alle loro passioni, come le passeggiate in montagna e la raccolta dei funghi, preoccupati di incappare in un branco di lupi.
In quanto animale selvatico il lupo è imprevedibile, impossibile anticipare la sua reazione di fronte ad un essere umano.
Il lupo (Canis lupus) è la specie di maggiori dimensioni tra i rappresentanti del genere Canis, le proporzioni corporee variano molto, a seconda dell’area geografica considerata, in Italia possono raggiungere anche i 40 kg di peso.
La ricomparsa del lupo in Appennino non può diventare un problema per il cittadino.
E’ dovere della Regione Emilia-Romagna tutelare gli allevatori e gli agricoltori, prevedendo sostegni economici per i danni subiti. E’ fondamentale, inoltre, garantire la sicurezza dei cittadini. Per questi motivi ho presentato un’interrogazione in Regione Emilia-Romagna.
Dalla dirigenza del Parco Nazionale, come al solito, nessuna risposta al problema. Problema che peraltro hanno contribuito a creare.
Il lupo percorre anche 40 km in una settimana e l’area in cui agisce e vive, in branco o in coppia, varia dai 150 ai 250 kmq. Occorre quindi monitorare la situazione, monitorare il territorio. Non sappiamo nemmeno quanti capi sono presenti nelle nostre aree appenniniche.
E’ fondamentale dare tranquillità a chi ama passeggiare a contatto con la natura e tutelare gli agricoltori.
(Fabio Filippi)

 RISPOSTA DEL PRESIDENTE DEL PARCO NAZIONALE DELL’APPENNINO TOSCO-EMILIANO

Notizia del: 22/07/2011 http://www.parks.it/news/dettaglio.php?id=14095

 Appennino: Uomini e Lupi

Giovanelli: “E’ necessario agire mettendo in atto le soluzioni più efficaci e legalmente possibili”
I recenti e ripetuti episodi di predazione verificatesi nell’allevamento di ovini e caprini in Località Frascaro di Castelnovo ne’ Monti hanno generato un acceso dibattito sulla stampa e sono all’origine di interpellanze comunali e regionali e di una lettera inviata al Ministero. A seguito di questi avvenimenti il Presidente del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano ha ritenuto necessario un suo intervento. Che riportiamo integralmente

Il triplice evento di predazione da parte di lupi nell’allevamento del signor Stefano Maioli di Castelnovo ne’ Monti ha suscitato un’attenzione e delle preoccupazioni che il Parco Nazionale  comprende e ha condiviso ante litteram.

Non è “dopo” gli eventi di predazione, ma molto prima di essi che il Parco ha avviato il progetto Life Extra finalizzato alla convivenza in Europa fra i grandi carnivori (qui da noi il lupo) e le attività umane.

La “convivenza” è un problema concreto, da affrontare con le migliori pratiche, e noi siamo in campo per la ricerca e la sperimentazione di esse.

Il caso di Castelnovo Monti deve essere affrontato e risolto, rispettando le prescrizioni nazionali ed europee sulla tutela del lupo e, al tempo stesso, creando le condizioni per la sicurezza permanente dell’allevamento.

E’ a mio avviso anche un “caso di scuola”, perché siamo di fronte a due novità:

a) la presenza diffusa dei lupi fino alle basse quote;

b) l’introduzione in Appennino di tipologie di allevamento diverse dalla tradizionale custodia degli animali in stalla e negli ovili.

Proprio seguendo la strategia del progetto, il Parco ha dato al signor Maioli tutta l’assistenza possibile. Purtroppo, nel caso specifico, i recinti antilupo 25 x 25, che abbiamo messo immediatamente a disposizione, non corrispondono alle esigenze dell’allevamento senza stabulazione e in spazi ampi.

Serve nel caso specifico una recinzione adeguata per uno spazio molto più ampio. E’ questa la via più breve, più efficace e l’unica realisticamente e legalmente possibile per poter garantire seriamente lo sviluppo dell’azienda del signor Maioli.

E’ il momento che, le associazioni agricole, il Parco, la Provincia e il Comune si incontrino operativamente:

a) per accelerare i risarcimenti dovuti da parte della Provincia;

b) per provvedere attraverso le misure del PSR ad affrontare, in concorso con l’allevatore, il tema delle necessarie recinzioni.

Nel concreto, a nostro avviso, è quanto si ha da fare subito ed è quanto noi sollecitiamo. Un sostegno ministeriale, cosi come richiesto sarebbe ovviamente utile e auspicabile.

Tutto il resto ……”Lupi comunisti, cinghiali socialisti, caprioli democratici” è roba da ridere……ridiamo e basta.

Tre cose ribadiamo:

1.      il lupo non è stato reintrodotto qui dal Parco (ma è in tutto l’Appennino italiano);

2.      da un secolo a tutt’oggi non risulta una sola persona in tutto l’Appennino ferita o aggredita da un lupo, ma tutti conosciamo persone morsicate da un cane, magari domestico e con un padrone rispettabile;

3.      con la “paura del lupo” e con la fobia per tutti gli animali selvatici e persino per i passeri si fa un po’ di rumore estivo, ma non si va da nessuna parte. I veri problemi dell’Appennino sono altri: l’ agricoltura, il turismo, la competitività e il lavoro per i giovani

Il Parco fa la sua parte sul lupo. Ma è chiaro che meriterebbero almeno altrettanto dibattito da parte della politica e delle istituzioni locali, novità vere e assolute come la settimana internazionale di Ligonchio,……….questa sì senza precedenti, meritevole di interrogazioni, ma anche carica di promesse e non solo di paure.

Il Presidente del Parco Nazionale dell’Appennino tosco-emiliano

Fausto Giovanelli

2 commenti su “Appennino:Uomini e lupi – Gli uomini attaccano il lupo”

  1. Condivido in pieno le parole del Dott. Giovanelli. Per fortuna che il Presidente del P.N. dell’Appennino tosco-emiliano è lui e non il Sig. Filippi, il quale ci spiega tante tante cose traendo peraltro conclusioni sbagliate.

  2. I cittadini amanti della natura sanno che non c’è niente da temere dall’incontro con il lupo, ma piuttosto dall’incontro con i cacciatori, categoria veramente pericolosa.
    Andatevi a vedere le cifre sui morti per fucile e quelle per attacco da lupi e tirate le conclusioni….

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