Siamo sicuri che sono proprio ibridi?

Sono la stessa specie, entrambi affascinanti ma così diversi, afferma Marco Galaverni (PhD in Biodiversity and Evolution, Responsabile specie e habitat del WWF Italia). Lupo e cane, divisi da millenni di selezione artificiale, sebbene ancora così simili a livello genetico (99.9%) e i cui destini, di tanto in tanto, si possono incrociare nuovamente. È il processo chiamato ibridazione, in cui un lupo (solitamente femmina) si incrocia con un cane di taglia compatibile (solitamente maschio) dando vita a prole fertile, che nel caso sia nata in ambiente selvatico potrà a sua volta incrociarsi con altri lupi, portandosi dietro un contributo genetico di cane che gli studiosi guardano con sospetto, perché potrebbe ridurre la capacità di adattamento dei lupi in natura e cambiarne alcune caratteristiche, siano esse fisiche o comportamentali. Per andare più a fondo in questo problema, i ricercatori del Laboratorio di Genetica dell’ISPRA hanno sfruttato le migliori tecnologie disponibili a dare risposte ad alcune domande di lunga data: i lupi in Italia sono tutti ibridi? Quando si è originato il fenomeno? I lupi neri sono sempre ibridi?

canis lupus italicus esemplere atipico

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Canis lupus italicus esemplare nero fotografato da Giorgio Nini nel 2012 Modenese

Canis lupus italicus esemplare nero fotografato da Giorgio Nini nel 2012 Modenese

I risultati, pubblicati sulla prestigiosa rivista Molecular Biology and Evolution, sono in parte rassicuranti, in parte sorprendenti. Eccoli per voi in un riassunto in Italiano, mentre l’articolo completo è disponibile alla pagina:

https://academic.oup.com/mbe/article/doi/10.1093/molbev/msx169/3855352/Disentangling-timing-of-admixture-patterns-of

L’ibridazione è un processo naturale o antropogenico che può avere serie conseguenze sul patrimonio genetico delle popolazioni, con il rischio di diminuire la fitness degli individui, ma talvolta favorendo al contrario nuovi adattamenti locali.

La popolazione italiana di lupo (Canis lupus), dopo secoli di declino demografico, si sta attualmente espandendo anche in aree antropizzate, con casi documentati di ibridazione con cani domestici.

Tuttavia, identificare tracce di ibridazione in popolazioni fortemente introgresse è tutt’altro che semplice.

In questo studio, utilizzando un pannello di 170.000 SNP (singoli polimorfismi del DNA) ed analisi multivariate, bayesiane e metodi di ricostruzione genomica locale per identificare gli ibridi, stimare le proporzioni delle loro componenti parentali e il tempo trascorso dall’evento di ibridazione.

Inoltre abbiamo intrapreso un’analisi preliminare di associazione genotipo-fenotipo per identificare le basi genetiche di tre caratteri fenotipici (mantello nero, unghie bianche e sperone sulle zampe posteriori) considerati possibili indicatori di ibridazione.

I risultati hanno mostrato una scarsa separazione tra i lupi e gli ibridi, indicando che eventi ricorrenti di ibridazione e successiva introgressione possono aver preso il via all’inizio della fase di riespansione della popolazione (al termine degli anni ’70).

Negli ibridi abbiamo identificato una serie di regioni genomiche con eccesso di componenti derivate da una o dall’altra delle popolazioni parentali, e regioni con un eccesso o un difetto di introgressione rispetto a quanto atteso in base ad ipotesi neutrali.

I tre tratti morfologici considerati sono risultati significativamente associati ad una o più regioni genomiche, in particolare ad una singola regione per mantello nero e unghie bianche, e regioni multiple per lo sperone.

In tutti i casi, gli aplotipi ad essi associati sono verosimilmente derivati in passato dal cane.

In conclusione, l’uso di diversi metodi di ricostruzione genomica consentono di chiarire le dinamiche dell’ibridazione anche in popolazioni fortemente introgresse e supportano le scelte gestionali per la loro conservazione.

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